Ogni rivoluzione, ogni cambiamento nasce dall’incontro di una serie di fattori che hanno solitamente due caratteristiche fisse: le necessità e le nuove scoperte tecnologiche. Questo connubio ha portato quel che molti credevano una moda passeggera a divenire sempre più una realtà, tanto che l’economista Jeremy Rifkin l’ha definita “il seme della sempre più prossima rivoluzione industriale.”
A questo vanno aggiunti anche una maggiore consapevolezza delle persone riguardo a molti temi, come ad esempio un maggior interesse nei confronti dell’ambiente, un rinnovamento culturale, il cambiamento del modo stesso di approcciarsi al lavoro, allo sviluppo ed alla proposizione delle proprie idee.
Car sharing, Co-working, Crowdfunding, Crowdlending, sono parole che stanno entrando sempre più nel vivere comune anche se, talvolta, anche per via di molti termini anglofoni, per qualcuno diviene più complicato di quanto realmente sia il comprendere la “sharing economy”. Partiamo quindi con alcune delle “categorie” di sharing più famose e conosciute per cercare di spiegare al meglio cosa esse siano.
In campo finanziario, per fare un altro esempio, è nato da un po’ di tempo il così detto crowdlending, ovvero quelle piattaforme in cui è possibile reperire prestiti fra privati, a tassi vantaggiosi, in un sistema però regolato dalle leggi dello stato e dagli stessi gestori che garantiscono così la legalità e l’etica del servizio, bypassando i tradizionali istituti di credito.
Per sharing economy quindi s’intende generalmente tutte quelle soluzioni che portano i comuni cittadini ad organizzarsi, tramite la rete, per trovare soluzioni ottimali e vantaggiose per tutti, in uno spirito di condivisione ragionato e razionale.
Così come Sardex.net che, mettendo in “rete” i diversi attori economici fra loro, ed affiancandoli con una serie di servizi, ha fatto e fa sì che si trovino delle situazioni ottimali e vantaggiose per tutti, sulla scia dell’“equilibrio di Nash” che il matematico riassunse con la frase: “il miglior risultato si ottiene quando ogni componente del gruppo fa ciò che è meglio per sé e per il gruppo”.
In conclusione, al contrario di quanto credano in tanti, il nostro stesso sistema capitalistico non può fare a meno degli altri, essendo un sistema basato sullo scambio: la differenza sta nella scelta di ognuno di noi su quali metodi utilizzare per scambiare e come porci nel migliore dei modi ricordando a noi stessi che, volenti o nolenti, “siamo tutti presi in una rete inestricabile di reciprocità”.