La vetrina della “Bottega di Cibele” affaccia sulla strada e rapisce l’attenzione nonostante il traffico del centro di Cagliari. Prodotti sistemati con cura, luci della giusta intensità, piccoli segni dell’attenzione riposta in ogni singola azione. «Questa è la realizzazione di un sogno che avevo nel cassetto, portare l’enogastronomia italiana d’eccellenza in città» dice Monica Cau, un passato nella ristorazione in Sardegna e nella Penisola e un presente come imprenditrice che crede con forza in un progetto nato nel luglio del 2014 e in cui ha investito le energie sue e della sua famiglia: «Siamo impegnati tutti, mio marito ha un’altra attività e, quando finisce, viene a darmi una mano e con me ci sono i nostri figli. Questa bottega s’identifica con la famiglia, ci passo i tre quarti delle giornate».
La scommessa di mettersi in proprio ha coinciso, curiosamente, con la scelta di entrare nel Circuito: «Ho fatto l’iscrizione perché ne conoscevo sia il funzionamento, seppur sommariamente, sia alcuni broker; per me il contatto umano e diretto è fondamentale nell’assunzione di determinate scelte. Dietro Sardex ci sono persone che ci supportano, ci pubblicizzano e credono in noi. Non è una cosa virtuale, fine a se stessa, ma è un sistema che si fonda sulle relazioni vere. All’inizio ero un po’ perplessa ma quando ho iniziato a familiarizzare con lo strumento, mi sono trovata immediatamente a mio agio».
Ma quali vantaggi ha Sardex? «Quello più immediato ed evidente – precisa Monica – consiste nel fatto che puoi usare i crediti per comprare beni e servizi essenziali alla tua attività e per i quali useresti l’euro. Inoltre puoi ampliare anche la tua rete di clienti, nel nostro caso è accaduto più volte. Così impieghi quest’ultimo per altre cose e non sei costretto a rinviare scelte per mancanza di liquidità. Incito sempre tutti a farvi parte, lo faccio quotidianamente soprattutto con i fornitori che ancora non stanno al suo interno. Sardex è una possibilità di incontrare aziende diverse, di chiedere aiuto quando se ne ha bisogno; penso ad esempio agli AperinSardex, serate a tema finalizzate a conoscersi reciprocamente tra imprese, in modo semplice magari gustando del buon cibo o del buon vino. È il ritorno di quel senso di comunità che sembrava sparito e che invece era solo stato messo da parte.Tuttavia la cosa più preziosa è la creazione di un clima di fiducia che, oggi, è la cosa che manca di più. Un medico sassarese che sta nel Circuito e che controlla assiduamente il nostro sito, ci ha commissionato una spedizione di prodotti tipici lasciandoci carta bianca. Una bella apertura di credito, frutto del passaparola all’interno della rete e che in altre circostanze sarebbe stata impossibile».