Una risposta solidale ed efficiente al bisogno sempre maggiore di credito da parte delle imprese: da quella grande sino alla singola partita iva. Un sistema che si basa, innanzitutto, sulla qualità delle relazioni. È un viaggio nel quotidiano, spesso accidentato, di chi produce quello fatto dalla rivista “Valori” che dedica un lungo articolo a Sardex, firmato da Elisabetta Tramonto, nell’ultimo numero (dicembre 2016-gennaio 2017) da poco in edicola e incentrato sul mutualismo in tutte le sue attuali e numerosi declinazioni: “La terza via”.
Il reportage, in apertura della sezione dedicata all’economia solidale, affianca numeri e storie, evidenziando in controluce la vera forza dell’idea: ripartire dai territori, riattivando le connessioni tra produzione locale e bisogni anch’essi locali. Perché per usare le parole di Carlo Mancosu – tra i fondatori dell’azienda recentemente diventata una spa – «con Sardex è stato creato un modello umano prima ancora che economico».
Tre pagine con un incipit significativo: la testimonianza di Annalisa Aru, manager di Cermed, fabbrica di piastrelle di Guspini con oltre 90 dipendenti e fatturato significativo. «Noi siamo il caso esemplare di un’azienda salvata da Sardex», racconta la Aru. Nel 2014 i bilanci erano in negativo, nell’isola l’impresa non aveva mercato e aveva difficoltà ad accedere al credito. L’iscrizione al Circuito di Credito Commerciale ha risolto tutti questi problemi. «Il Sardex – sottolinea ancora Mancosu – nasce come sistema di accesso al credito, le imprese si concedono credito sulla base del potenziale produttivo di ciascuna».
Ad oggi sono circa 4 mila le pmi e i professionisti aderenti alla rete solo nell’isola che, entro il 2016, si scambieranno tra loro beni e servizi stimato in 80 milioni di euro equivalenti. Un modello che funziona non solo in Sardegna: sono già dieci i Circuiti di credito Commerciale replicati nella Penisola e nati sulla falsariga di quest’esperienza che, complessivamente, raggruppano 3 mila realtà produttive.
Il reportage apre un’ampia finestra “Il contagio del Sardex” proprio su di loro: dal Piemonte al Molise, passando per Lombardia, Marche ed Umbria con una mappa apposita arricchita dal racconto dei fondatori dei rispettivi Circuiti.
Nel 2017 si punta a completare la geografia italiana con un occhio non solo al business: Sardex infatti ha già sperimentato con buoni risultati alcuni progetti di valenza sociale e, nel mentre, guarda con attenzione all’estero forte di un’attenzione sempre crescente di organismi internazionali, università blasonate e governi.