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Inghilterra, Olanda, Spagna, infine la Sardegna. La scomessa di Alessandro Madeddu

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Ci sono ritorni che sono scommesse, anche imprenditoriali, ed esigenze. La storia di Alessandro Madeddu è anche quella della sua azienda, Maraltro, agenzia di marketing e comunicazione fondata a Cagliari e spin off di un’altra sua agenzia fondata a Barcellona nove anni fa insieme ad altri due soci.

Sono tornato in Sardegna per fare quello che ho imparato all’estero e perché ho la passione del mare. Sono fotografo subacqueo e scatto foto in apnea. L’ultima foto è stata pubblicata dal New York Times, è una foto che ho fatto a Cagliari l’anno scorso durante i mondiali di apnea.

Alessandro ha fatto l’Erasmus in Inghilterra e si è laureato ad Amsterdam, dove si è specializzato in Creatività applicata. “Si tratta di una disciplina che nei paesi mediterranei non è molto diffusa, ma può essere applicata dovunque perché ti insegna a trovare soluzione creative e realistiche, indipendentemente dal campo in cui operi.”

In Olanda Alessandro ha anche lavorato nel campo della pubblicità. In seguito ha iniziato a fare formazione sul processo creativo e si è trasferito in Catalogna, dove nel 2005 ha fondato The love comes, una delle prima agenzie in Europa di marketing sociale. L’obiettivo di trasferire il concetto della responsabilità corporativa al marketing è stato subito recepito da player importanti come Unicef, Danone e il Parlamento catalano. Nel 2013 decide di mettersi in proprio e fonda Maraltro, che tuttora ha sede a Cagliari ed è entrata recentemente nel circuito Sardex.net. “Ho ovviamente più contatti con l’estero”, riconosce Madeddu, “per questo viaggio spesso. Di sardex mi piace l’idea che c’è dietro, quella di mettere in moto le aziende di qua e unirle, è quello che voglio fare nel mio lavoro e mettermi a disposizione anche delle aziende del circuito offrendo consulenza strategica e creativa.”

Tra i clienti più importanti di Maraltro c’è stata l’Organizzazione Mondiale della Salute (per la quale si sta sviluppando una campagna contro il tabacco attraverso una serie di video animati) e anche la squadra di calcio del Barcellona, uno dei club più vincenti al mondo e da sempre attenta alle problematiche sociali.

“Loro avevano sempre fatto attività sociale in Sud America, volevano invece essere più presenti in Catalogna. In particolare volevano realizzare un’iniziativa col banco alimentare, che in Italia è gestito dalla Caritas.

La sfida era riuscire a unire in qualche modo le mense col Barcellona, quindi elaborare un concetto creativo che avvicinasse il club a chi non può permettersi di comprare un pasto.

In Catalogna c’è l’usanza di far scommesse sul risultato delle partite, allora noi abbiamo giocato su un detto catalano – che usa la parola porta che vuol dire scomessa – che dice “Enviem la fam a la porra”, cioè manda la fame a quel paese.

Abbiamo quindi elaborato un’applicazione dove potevi scommettere sul risultato delle partite unendo la passione per il calcio e la solidarietà.

Al posto dei soldi le scommesse si facevano con gli alimenti, ad esempio, <<scommetto tre chili di riso che il Barcellona vince 3 a 1 contro il Real Madrid, e così via>>.

Il risultato? Dopo una copertura mediatica non indifferente, la campagna ha raccolto alla fine 240 mila chili di prodotti che sono stati donati in beneficenza. È stata una bella esperienza”.

Come vorresti lavorare in Sardegna? “Credo che sia utile predisporre al cliente una campagna di comunicazione che permetta di unire altri clienti. Quando ho lavorato per il Ministero della salute catalano, il concetto creativo aveva come base l’idea di mettere più aziende a collaborare. Si trattava di unire profili diversi sotto un unico concetto creativo e un obiettivo comune, che in quel caso specifico era la promozione della donazione del sangue, ma che da un punto di vista di marketing, diventava quello di soddisfare in maniera vantaggiosa le esigenze di tutti i soggetti coinvolti, le aziende private in termini di visibilità e di posizionamento di marca, delle aziende sanitarie perché hanno visto aumentare il numero delle donazioni e, cosa più importante, delle persone bisognose delle donazioni. Penso che la Sardegna in sé e le mille opportunità di business che offre potrebbero essere un obiettivo comune sotto il quale unire tante aziende locali attraverso delle belle campagne di comunicazione.”

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